QUANDO IL COLESTEROLO È TROPPO ALTO:
Quando la quantità di colesterolo presente nel sangue – e soprattutto quella trasportata dalle LDL e VLDL raggiunge valori elevati, aumenta il rischio che si depositi all’interno della parete delle arterie (ma anche di altri tessuti o organi), producendo danni di tipo aterosclerotico a carico di importanti arterie e organi vitali. Questo accumulo periferico soprattutto se in presenza di altri fattori di rischio, quali ipertensione, fumo, diabete, eccesso di peso, sedentarietà, ecc. facilita la comparsa di eventi ischemici, particolarmente pericolosi quando sono colpiti organi vitali come cervello e cuore nei quali possono verificarsi fenomeni ischemici così importanti da portare alla morte improvvisa.
Per quanto la colesterolemia ed i livelli relativi di colesterolo “buono” e “cattivo” risentano in misura importante del fattore “genetico”, per prevenire questi possibili eventi e proteggere la salute è fondamentale controllare la quantità e la qualità dei grassi consumati e le calorie totali della dieta, oltre ovviamente ad altri comportamenti come astensione da fumo, ridotto consumo di sale e zuccheri liberi e regolare attività fisica. È dimostrato, infatti, che ridurre la quantità di grassi alimentari (e in particolare di grassi saturi), del colesterolo alimentare e delle calorie ingerite permette spesso di abbassare livelli troppo elevati di colesterolemia, diminuendo così la probabilità di incorrere nelle malattie ad essi associate.
I GRASSI SATURI: TUTTI CATTIVI?
Non tutti gli acidi grassi saturi si comportano nella stessa maniera. Gli acidi grassi saturi presenti in quantità maggiori nella dieta sono l’acido laurico (C:12), l’acido miristico (C:14), l’acido palmitico (C16:0) e l’acido stearico (C:18). Quando parliamo dei problemi legati ai grassi saturi e all’aumento della colesterolemia ci riferiamo essenzialmente a quegli acidi grassi che, se assunti in eccesso, risultano più capaci di determinare un aumento della colesterolemia e quindi un aumento del rischio di aterosclerosi e di malattie cardiovascolari. In questo senso però non tutti i grassi saturi hanno lo stesso impatto. I “più pericolosi” da questo punto di vista sono in ordine crescente: acido laurico, palmitico e miristico, mentre l’acido stearico non ha effetti su queste variabili. Altri acidi grassi saturi con diverse caratteristiche chimiche come catena più corta o catena dispari, non solo non partecipano all’aumento della colesterolemia, ma anzi possono ridurla ed esercitare altri effetti benefici. Gli acidi grassi a catena ancora più lunga (C20:0, C22:0) sono ininfluenti. Poiché però, sia i saturi a catena corta, sia quelli a catena dispari, sia quelli a lunga catena sono una minoranza rispetto agli altri, la raccomandazione generale contenere tutti i saturi al disotto del 10% dell’energia è una raccomandazione pratica e di carattere generale ai fini della prevenzione.
Ad Maiora Semper
StudioKAI
informazioni prese dalla linea guida del crea (centro di ricerca alimenti e nutrizione)https://www.crea.gov.it/web/alimenti-e-nutrizione/-/linee-guida-per-una-sana-alimentazione-2018